E’ tempo di celebrazioni:  anniversari, centenari, rievocazioni storiche, attualizzazioni politiche. A dispetto della cancel culture che impera nel nostro tempo, caratterizzato dal pensiero uniformante e dal “politicamente corretto” che pretende di cancellare la storia, sembra forte il desiderio di rievocare eventi, personaggi , passaggi epocali che hanno segnato la storia dell’umanità.

Che si tratti dei settecento anni della nascita del sommo poeta Dante Alighieri, o dei cento anni della nascita del Partito Comunista o del governo Nitti, o in previsione del centenario del brutale assassinio di Giacomo Matteotti, perfino dell’anniversario del martirio e della morte di Antonio Gramsci, fervono iniziative convegnistiche ed editoriali.

In questo tempo incerto e caotico, si sente il bisogno di riannodare i fili della memoria. 

Anche la Sardegna non poteva mancare l’appuntamento con la storia. La coincidenza del centenario della fondazione del Partito Sardo d’Azione con quello della nascita di Mario Melis ha portato alla meritoria iniziativa editoriale di Arkadia e al bel libro di Anthony Muroni, Mario Melis. Il presidente dei Sardi. 

Muroni, da giornalista di razza, sceglie di far raccontare Mario Melis da politici, giornalisti e personaggi pubblici che negli anni della sua Presidenza della Regione (1984-1989) hanno vissuto con lui, a volte concordando, altre volte dissentendo, una stagione politica importante nella quale -dice l’Autore – “sono state gettate le basi  ancora malferme della Seconda Repubblica e della Seconda Autonomia”. 

Sapientemente Muroni fa emergere dalle parole di alleati ed avversari politici la cifra di un uomo politico che ha rappresentato un punto di riferimento per il sardismo più autentico. Non ci sono tesi preconcette né giudizi apodittici in questo testo. Scopo dell’Autore è di proporci una rivisitazione di anni importanti della nostra storia recente affinché possiamo coglierne insegnamenti, intuizioni, speranze, ma anche insufficienze e limiti, tuttavia utili a proseguire il cammino verso un progetto di riscatto e diRinascita autentica.

Il libro si apre con il delizioso capitolo introduttivo intitolato“Dinastia dei Melis”, che descrive il contesto familiare, soprattutto i rapporti coi suoi fratelli maggiori, Titino e Pietro,i primi ad accendere in lui l’amore per la Sardegna e la passione politica. In chiusura il capitolo “Addio, Presidente”,dove la parola torna alle memorie familiari, quella dei figli Laura, Michela e Antonio, che raccontano le speranze e le delusioni di un uomo che tuttavia non si è mai arreso, consapevole di quel che aveva seminato e convinto che la battaglia per l’Autonomia e il Federalismo non fosse più soltanto del PSd’AZ, ma oramai patrimonio di un “sardismo diffuso”. La parte centrale è arricchita da documenti fotografici che ripercorrono i momenti più salienti della vita pubblica e privata del Presidente e ci danno una testimonianza anche visiva della fierezza di un sardo che non si sentì né superiore né inferiore nel contesto mondiale, fossero capi di Stato, parlamentari europei, diplomatici dell’ONU,  ma che semplicemente ha condotto con fermezza e determinazione una battaglia per l’emancipazione, economica e culturale, della Sardegna dal contesto coloniale nel quale si trovava e, possiamo purtroppo aggiungere, si trova ancora oggi.