Tutto va bene, madama la Marchesa.

I conti sono in ordine (sic), lo Stato è sleale perché le singole coalizioni non bastano più (sic), non è un problema dell’assessore al Bilancio se – per rimettere i conti in ordine – si è fatta un po’ di macelleria sociale.

Il messaggio (il più tecnico possibile e, insieme, più respingente nei confronti della gran parte dell’elettorato), è venuto fuori – presentando in tutta la sua plasticità la tossica eredità che la Giunta Pigliaru lascerà alla Sardegna intera e al centrosinistra che verrà – nell’intervista domenicale che l’ottimo Giuseppe Meloni ha fatto al potentissimo vicepresidente della Regione Raffaele Paci.

Un discorso gelido, privo di sentimenti e sensibilità politica, per lunghi tratti persino alieno alla verità dei fatti.

L’assessore, infatti, esordisce manifestando il suo “cruccio” a proposito dei rapporti Stato-Regione (sottointendendo che lo Stato in questi quattro anni e mezzo di sua gestione ha spesso fregato la Sardegna), riecheggiando qualcosa che poche ore dopo si sarebbe materializzato a Losa: ” Le coalizioni non bastano più, bisogna andare oltre gli schemi”. Guarda tu le coincidenze.

Dev’essere un altro assessore Paci rispetto a quello che nel 2014 si è trionfalmente fatto fregare con la sperimentazione del Pareggio di bilancio che ha assassinato i Comuni. O un sosia che, in ossequio ai buoni rapporti tra la sua Giunta e il duo Renzi/Padoan ha, senza mandato del Consiglio regionale, ritirato tutti i ricorsi pendenti presso la Corte costituzionale a proposito di entrate, lasciando per strada qualche miliardo. O, ancora, un clone di quello che potete sentire in questa intervista del dicembre 2015, annunciare un grande trionfo (ma quando mai?) nei confronti del governo (http://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?s=295880&v=2&c=74&t=1) di cui si sono poi perse le tracce.

E non ci si dica che Paci, allora, fece tutto da solo. Così come oggi non sta facendo tutto da solo l’operazione di rimuovere la memoria di quel che lui e i suoi alleati hanno combinato sulla pelle dei sardi. Chi oggi taccia i compagni di viaggio di inadeguatezza cultural-politica allora era molto coinvolto nella difesa di quanto accadeva (https://www.sardegnaeliberta.it/e-intanto-paci-si-e-fatto-pagare-la-prima-rata-di-300-milioni-1-a-0/) e nel tentativo – forse riuscito – di isolare o mettere a tacere le voci di chi si sforzava di denunciare il malfatto.

Ancora, i magnifici risultati economici della giunta Pigliaru. Paci, nell’intervista, dice che “il nostro Pil è cresciuto nel periodo 2015/2017 della media del 1,2% in più ogni anno”, senza chiarire se quel “nostro” è riservato all’asfittica economia sarda (per la quale, con enfasi, non molto tempo fa la Giunta ha “festeggiato”, sotto la sua gestione, il ritorno nell’Obiettivo Uno, riservato alle regioni più sottosviluppate d’Europa) o invece alla Saras, la raffineria che detiene la quasi totalità delle esportazioni sarde.

Apprendiamo che non cresceranno le tasse. E ci mancherebbe pure.

Poi, la perla che da sola vale l’avventura di leggere tutte le altre risposte. Quando il giornalista gli contesta la diffusa sensazione di peggioramento dei servizi sanitari, l’assessore rivela la sua immensa sensibilità politica, con picchi di (dis)umanità che forse non abbiamo conosciuto nemmeno ai tempi di Tremonti: “Come assessore al bilancio sono felice di aver gestito la riforma senza aumentare i ticket (e ci mancherebbe, ndr.). Quanto ai servizi, non è mia competenza. Forse serve tempo perché ci sia l’adeguata percezione dell’importanza della riforma.”

Capito, cari sardi? Vi dovete solo abituare. Perché se voi vi scontrate con le vostre esperienze quotidiane e ve ne lamentate è perché non siete ancora ben abituati. Un po’ come la storiella dell’asinello messo a dieta forzata dal padrone: quando si stava abituando a non mangiare, inopinatamente è morto.

Poi Lavoras e Reis. Misure sbagliate concettualmente – mia opinione personale – per le quali sono stati stanziati complessivi 115 milioni, nella quasi totalità (dopo mesi di annunci trionfali) non spesi.

Anche qua, che colpa ha l’assessore? “Io li ho stanziati”. Se non si spendono è “colpa della mancata riforma della Regione”. Non del vicepresidente della Regione, capite? Ma della Regione. Roba da “oggi le comiche”.

La colpa è “della percezione” e “della nostra carenza nel comunicare”.

Non mi sento di aggiungere altro, sarebbe troppo persino per me.

Auguri ai tanti volenterosi che si dichiarano pronti a raccogliere il testimone dell’assessore Paci e ad affrontare una campagna elettorale in nome dei suoi cinque anni di governo e delle sue lunari interviste.