Cosa è emerso dal primo vertice della coalizione del centrodestra, che si avvicina ai nastri di partenza con la responsabilità del grande favorito? Favorito – precisiamo – più per la travolgente crescita della Lega di Salvini che per la sua azione all’opposizione di una delle peggiori Giunte della storia autonomista.

Al tavolo c’erano Cappellacci (che, onore al merito, rivendica di aver per primo parlato della necessità di far spazio a facce nuove) e i segretari di Fdi, Psdaz e Riformatori, assente giustificato quello dell’Udc (il sempiterno Oppi). Unica novità, la già citata Lega, rappresentata dal suo coordinatore regionale.

Un centrodestra classico, ancora sprovvisto di candidato a presidente, che ha annunciato di voler lavorare a tamburo battente su programma e nuove idee di Sardegna.

E che intanto – come si è appreso ai margini della riunione – si prepara a riaccogliere tra le sue fila l’ex presidente del Regione Mauro Pili, incurante del fatto di averlo a lungo accusato di aver fatto perdere Cappellacci, nel 2014, con la sua secessione di Unidos, capace di raggranellare il 5% dei consensi.

Lo stesso Pili che oggi è stato pesantemente attaccato, sul suo blog (www.sassate.it/mauro-pili-tirrenia) dall’ex direttore Comunicazione della Rai Guido Paglia.

Poco di nuovo sotto il sole, dunque. A meno che non arrivi davvero l’apertura al civismo e ai movimenti provenienti dalla società civile, di cui da tempo si parla.

Intanto, come già detto, Forza Italia e i suoi alleati sono attesi dalla prova consiliare sulla legge urbanistica: al di là di quel che si può credere, una parte delle elezioni prossime venture di giocherà anche su quel tema.