Luigi Satta, 44 anni, è avvocato e presidente del Movimento civico “Sassari Libera”, molto attivo nel capoluogo turritano.

Con lui parliamo delle prospettive politiche nella sua città e del ruolo che Sassari può esercitare nell’intero Nord Ovest dell’Isola.

Sassari da più di due anni vive una lunga crisi della Giunta Sanna. Con quale spirito la città sta assistendo a questo spettacolo politico?

Credo che i sassaresi si sentano molto lontani da ciò che accade a Palazzo Ducale e avvertano una sempre più marcata distanza da una politica che, a Sassari come altrove, ha perso la capacità di recepire le istanze dei cittadini e da troppo tempo non dà alcuna risposta ai problemi veri della gente: a Sassari ci sono tante persone che versano in condizioni miserevoli e la crisi economica sembra purtroppo cronicizzarsi, con pericolose ricadute sociali. Percepisco un mix di sfiducia e rassegnazione, con qualche acuto di rabbia ancora “disorganizzata”.

Il valzer di assessori, le riunioni di Consiglio rinviate, la sconfessione del sindaco da parte dei vertici del Pd. È davvero solo una crisi tutta politica?

Ritengo che manchi il senso etico nella politica di casa nostra; chi ha il dovere di rappresentare al meglio i cittadini nelle istituzioni dovrebbe evitare di farsi condizionare da vicende esclusivamente personali che hanno già pesantemente inquinato i partiti di riferimento; invece, sembra che il tempo si sia fermato a quelle famigerate primarie che inaspettatamente incoronarono Nicola Sanna, disorientando il Partito Democratico e acuendone la spaccatura in troppe correnti, tra loro distanti e litigiose.

Amministrativamente e politicamente, quali sono stati gli errori più rilevanti di Sanna?

Amministrativamente, ha tradito quella democrazia partecipata cui pure ha ispirato – in astratto – il suo mandato. Il progetto delle piste ciclabili, per esempio, ha avuto ad oggi un rapporto costi/benefici certamente non appagante; sarebbe bastato confrontarsi con i cittadini prima di assumere decisioni sbagliate quantomeno nei tempi e nella esecuzione.
Politicamente, ha impostato un lungo braccio di ferro con il suo partito di maggioranza; ciò che, alla lunga, ha stremato tutti i contendenti e stancato i sassaresi.

E le cose migliori?

Le stiamo ancora aspettando.

Perché Sassari non riesce a svolgere il ruolo leader di tutto il territorio?

Perché ha perso fiducia in se stessa, non ha il coraggio di essere rappresentativa dell’intero NordOvest, pur avendone tutti i requisiti, anche dal punto di vista storico e culturale: centro universitario di antico blasone, (potenziale) polo di servizi, espressione di eccellenze nella politica, nella sanità, nella ricerca, nello sport, settori nei quali però è affidata allo spirito battagliero degli ultimi crociati; la trovata estemporanea dell’ “area metropolitana” è priva di senso ed utilità; speravo nel riconoscimento dello status di città metropolitana, in linea con la storica divisione della Sardegna in Capo di sopra e Capo di sotto, con una equilibrata distribuzione di risorse che avrebbe potuto sostenere una crescita omogenea dell’intera Isola, ponendo fine a sterili ed anacronistici campanilismi.
Ciò che si può fare comunque è avviare una seria concertazione con i principali interlocutori a noi vicini, come Alghero, Porto Torres, Sorso, per una programmazione univoca che sappia intercettare i fondi strutturali. Senza un miglioramento dei trasporti interni e dell’intermodalità, ogni ipotesi di sviluppo resta comunque una chimera.
Il nostro territorio soffre di una grave carenza infrastrutturale che investe il sistema aeroportuale, marittimo, turistico ricettivo.

In molti dicono che i grandi favoriti delle prossime comunali sassaresi saranno quelli del Movimento Cinque Stelle.

Penso che conserveranno molti consensi, ma il voto amministrativo non ricalca affatto quello delle elezioni politiche.
Molto dipenderà dalla capacità che avranno i partiti tradizionali, soprattutto il PD, di riorganizzarsi e aprirsi verso una nuova politica, meno partitocentrica e più vicina al cittadino; dovranno uscire dalle segreterie e tornare tra la gente, soprattutto ascoltarla.

Lei è presidente di “Sassari libera”, un movimento civico che punta ad aggregare un’alternativa ai partiti tradizionali. Con quali orizzonti?

L’ orizzonte di Sassari Libera è il civismo, quello vero. Non siamo una lista elettorale civetta, non abbiamo padroni, siamo uomini e donne liberi. Il valore umano della persona è il seme che tentiamo di impiantare nella politica.
Guardiamo con attenzione e simpatia alle realtà autonomiste e sovraniste, con le quali speriamo di costruire un laboratorio politico; vorremmo che a scrivere il nostro futuro fossero i nostri conterranei, senza il visto censura delle segreterie romane.

Escludete o prevedete alleanze con i poli tradizionali destra/sinistra?

Il dialogo ed il confronto sono valori assoluti per ogni democrazia e servono a tutti per migliorarsi. Non mi piace l’idea di poterne escludere qualcuno e neppure credo più alla vecchia classificazione politica destra/sinistra. L’importante è che si affermi la centralità del nostro progetto.
Odio l’autoreferenzialità, che, alla fin fine, mi pare sia il problema che sta ostacolando anche la formazione del governo nazionale.

Quali sono le vere sfide del futuro immediato per Sassari e tutto il nord Sardegna?

Sassari, il suo Territorio, la Sardegna tutta sono una miniera di tesori inestimabili.
La nostra terra e ciò che le sta intorno, cioè il suo meraviglioso mare, sono un dono divino che aspetta e merita di essere adeguatamente valorizzato. Fatta eccezione per alcune aziende di assoluto valore internazionale nel comparto vinicolo e caseario, la seconda pianura dell’isola, la Nurra, deve essere quindi maggiormente sfruttata. La produzione agroalimentare autoctona, esaltata dalla valorizzazione di adeguate aree mercatali e la creazione di stabili poli fieristici anche per il nostro ricco artigianato, ed insieme il rilancio della rete di servizi che ancora attende, tra le altre cose, il centro intermodale ma che non può non avere Sassari al centro, devono trasformare quei settori nel volano della nostra economia locale, unitamente ad un turismo destagionalizzato e rispettoso dell’ambiente; dobbiamo però liberarci dalla condizione di isolamento e svantaggio conseguente all’ insularità, non adeguatamente controbilanciata da misure statali e regionali di perequazione; perciò Sassari Libera è impegnata anche su questo fronte.

Esclude una sua candidatura a sindaco?

Per me, che amo ogni singola pietra della mia città, è un sogno nel cassetto. Spero solo di non invecchiare , prima che qualcuno lo apra…