Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 il legislatore ha previsto le sotto-misure 4.1 e 6.1 dedicate agli under 40 , si tratta di aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, promuovendo il ricambio generazionale e sostenendo attraverso un premio forfettario di insediamento (50.000 euro), l’avvio di nuove imprese gestite da giovani agricoltori che si insediano per la prima volta nell’azienda agricola in qualità di capo azienda.

Le regioni più virtuose hanno pubblicato i bandi in maniera tempestiva e hanno messo subito a disposizione i denari, ciò non è accaduto in Sardegna dove in seguito a numerose sospensioni, revoche e rinvi molti giovani hanno perso l’opportunità di partecipare.

È stata un’ opportunità negata a causa dell’inadeguatezza degli uffici regionali, a causa della burocratizzazione della macchina pubblica che dall’esterno appare sempre più vecchia e farraginosa, incapace di stare al passo coi tempi.

Dopo due anni di calvario, il bando è stato pubblicato in data 18 luglio 2016 con successiva rettifica in data 22 novembre 2016.
Record di cui non essere orgogliosi: la regione Sardegna è stata l’ultima regione a pubblicare il bando.

Già nel 2015 molti giovani, intenzionati ad avviare attività agricole e venuti a conoscenza della buona opportunità, hanno fatto investimenti importanti nel settore, a titolo d’esempio basterebbe citare l’acquisto di terre, l’affitto di vigneti o frutteti, la posa in opera di serre e così via.

E’ evidente che sulla base della fiducia riversata nei confronti della massima istituzione regionale i giovani sardi hanno attuato gli investimenti di cui sopra, non solo, è utile precisarlo, per poter ottenere un buon punteggio nel bando e quindi accaparrarsi il finanziamento ma anche – e forse soprattutto – per avere un’opportunità concreta di lavorare nella propria terra e garantirsi un futuro accanto alle persone che più si amano.

A distanza di quattro anni e in seguito alla pubblicazione della graduatoria, nessun denaro è stato disposto. Si tratta di un vero e proprio tradimento, in una terra che ogni anno vede il numero delle aziende diminuire e il numero dei disoccupati crescere, che ogni anno vede emigrare ventimila giovani.
Una terra martoriata dalla crisi e dalla povertà.

E’ una situazione che mi lascia deluso e amareggiato e oggi, credetemi, mi costa caro dirlo, non mi fido più dell’istituzione che più di tutte, da giovane sardo, dovrebbe rappresentarmi.

Non mi fido più di questa classe politica e di questa classe dirigente.

Non bastano i bravissimi impiegati e funzionari pubblici che a valle svolgono benissimo il loro lavoro. Il meccanismo è inceppato a monte, nelle segrete stanze di via Roma e viale Trento a Cagliari, il meccanismo non funziona in quegli uffici, in quei corridoi dove gli unici interessi sono le laute buste paga e gli emolumenti.

Quelli si, puntualissimi!