(Lettera al Soprintendente per i Beni archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, al presidente della Regione, al sindaco di Cabras, ai rettori delle Università di Cagliari e Sassari)
Illustrissimi rappresentanti istituzionali, l’Associazione “Sardigna nostra”, da me rappresentata in qualità di Presidente, chiede che venga posto in primo luogo il vincolo archeologico e paesaggistico su tutta l’area intorno al sito di Monte Prama, nel Comune di Cabras, e, conseguentemente, siano espropriati per interesse archeologico (art. 97 del d.lg. 42/2004) i terreni pertinenti lo scavo e quelli circostanti, per le motivazioni che seguono:
• Il 12 maggio 2015 la Soprintendenza Archeologica della Sardegna ha avviato una nuova campagna di scavo nel sito di Monte Prama al fine di recuperare e ripristinare gli scavi Bedini e Tronchetti svolti dal 1975 al 1979. Nel corso dei recenti scavi sono state portate alla luce alcune statue dei cosiddetti “Giganti” e diversi reperti di alto valore culturale, arricchendo in tal modo il già interessante Museo archeologico di Cabras;
• contestualmente agli archeologi, ha operato nel sito di Monte Prama il Prof. Gaetano Ranieri, ordinario di Geofisica Applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari, il quale, servendosi della strumentazione Geo Radar e di altra tecnologia per la rilevazione sotterranea di costruzioni o oggetti, ha scandagliato quasi 16 ettari di terreno intorno al sito, individuando, oltre alle statue rinvenute nei recenti scavi, migliaia di altri reperti, chiamati in termini tecnici “anomalie”;
• a muoversi in sintonia con gli Archeologi e con il Prof. Gaetano Ranieri sono stati anche i proprietari dei terrieri intorno al sito, i quali, non avendo ricevuto alcuna limitazione all’uso dei loro campi, hanno in tutta tranquillità trasformato i terreni agricoli in vigne, piantando ettari di barbatelle con tanto di impianto di irrigazione e, conseguentemente, portando il valore di quelle terre presumibilmente da 1 a 9;
• considerato che oggi, da un giorno all’altro, le barbatelle di quei terreni privati, dove il Prof. Gaetano Ranieri ha svolto le indagini e riscontrato migliaia di anomalie, possono essere dotate di pali di sostegno infilati nel terreno in profondità fino ad un metro, è pertanto immaginabile quale genere di pericolo imminente stiano correndo le strutture archeologiche che stanno sotto quei campi se i proprietari di quei terreni decidessero di intervenire.

In considerazione di quanto sopra esposto, la presente Associazione “Sardigna nostra”, in relazione all’intervista rivolta al Prof. Gaetano Ranieri, il quale ha risposto alle domande sul sito di Monte Prama (il documento può essere visualizzato sul canale Youtube.com all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=OAQNvf5ZXvM&t=331s (prima parte) https://www.youtube.com/watch?v=obQSTb33gIs (seconda parte) mettendo in chiaro i risultati ottenuti dalla sua ricerca e l’importanza che questi potrebbero avere per lo sviluppo culturale della Sardegna e del Mediterraneo qualora venissero accertati e portati alla luce da nuovi scavi,
CHIEDE
che venga posto in primo luogo il vincolo archeologico e paesaggistico su tutta l’area intorno al sito di Monte Prama, e, conseguentemente, che siano espropriati per interesse archeologico (art. 97 del d.lg. 42/2004) i terreni pertinenti lo scavo e quelli circostanti, per tutta l’area dei quasi 16 ettari indagata dal Prof. Gaetano Ranieri.