Intervengo, a mio rischio e pericolo, su un tema infuocato quale la paventata introduzione in Italia del cosiddetto ius soli.

Se fossi malizioso, potrei anche pensare che questa improvvisa accelerazione su un tema così controverso e divisorio derivi dalla contingente necessità politica di far confluire quanti più voti di sinistra sui candidati ai ballottaggi delle amministrative.

Non essendo malizioso, però, non farò mio questo retropensiero.

Riepilogo in estrema sintesi il contendere:

In tema di cittadinanza, in Italia è adottato lo ius sanguinis: solo un genitore italiano può trasmettere ai propri eredi lo status di cittadino italiano.

Con la introduzione dello ius soli, si diventerebbe invece italiani per il solo fatto di essere nati in Italia, purchè almeno uno dei genitori stranieri risieda legalmente in Italia da almeno cinque anni.

1) Una prima considerazione di ordine temporale: in un mondo ideale, mi sentirei perfettamente d’accordo nel ritenere che chi nasce in un posto, qualunque esso sia, debba essere ritenuto cittadino di quel posto.

Siccome non viviamo in un mondo ideale, però, mai come oggi alla nobiltà delle ideologie deve essere inevitabilmente contrapposto un sano pragmatismo.

Credo infatti che la politica debba perseguire gli obiettivi che possano essere concretamente raggiunti rispetto ad altri, magari anche idealmente migliori, che risultino però meritevoli di attenzioni in contesti storici ed economici diversi e più stabili.

E’ evidente che l’Italia sia attualmente sottoposta ad un pressochè insostenibile flusso migratorio, che sta sottoponendo lo Stato a oneri economici e sociali immani e sta creando in tutte le città difficilissimi problemi di ogni natura, anche solo di convivenza.

Per essere precisi, non riusciamo a controllare gli ingressi, a identificare le persone e abbiamo Questure, Prefetture e Tribunali intasati da centinaia di migliaia di richieste di asilo politico.

In questo quadro, che già lacera l’opinione pubblica e fomenta odi reciproci e risse, trovo sinceramente inopportuna la introduzione, proprio adesso, di una norma così dividente e destinata a creare ulteriori fratture sociali.

Ciò avvererebbe, oltretutto, dopo che non si è stati in grado di scrivere una decente riforma costituzionale, non si è elaborata, nemmeno a colpi di fiducia, una legge elettorale e ci si è visti bocciare tutte le altre principali leggi approvate, finanche un semplice bando per la nomina dei direttori dei musei.

2) E’ falso che lo ius sanguinis impedisca ai nati in Italia di diventare cittadini italiani. Già oggi, ciò avviene al compimento dei diciotto anni, quando il minore viene ufficialmente avvisato che può adottare la cittadinanza italiana, semplicemente recandosi al Comune.

Con la introduzione dello ius soli, verrà invece affidata la cittadinanza italiana ad un parametro, il permesso di soggiorno di un solo genitore, troppo labile e, soprattutto, totalmente svincolato da un minimo senso di appartenenza all’Italia.

Con lo ius sanguinis, è il singolo giovane che, alla maggiore età, sceglie consapevolmente di diventare cittadino italiano e, dunque, parte integrante della patria che lo ha accolto; con lo ius soli, invece, sono i genitori stranieri a scegliere per dei bambini che, quindi, non sono più parte attiva di questa importante scelta ma divengono inconsapevoli strumenti nelle mani dei genitori.

Si potrà infatti assistere a questo cortocircuito giuridico: due cittadini stranieri, di cui uno solo regolare, hanno un bambino in Italia, che diventa cittadino italiano. Ciò consentirà ai due genitori stranieri, anche a quello che fino a quel momento era magari clandestino o pregiudicato, di restare in Italia e diventare poi italiani più facilmente.

Vi sarà anche un ulteriore effetto moltiplicatore, in quanto un nuovo cittadino italiano potrà ottenere, con maggiore facilità, l’ingresso in Italia di propri parenti stranieri che, altrimenti, non avrebbero titolo.

3) Ho sentito inoltre dire che con lo ius soli si risolverà finalmente il tema della denatalità che affligge l’Italia.

In Italia, però, nascono pochi bambini in quanto le condizioni di vita degli italiani, negli ultimi venticinque anni, sono peggiorate drammaticamente, perché i giovani hanno il terrore di costituire nuovi nuclei familiari in assenza di lavoro, con pochissime prospettive di miglioramento sociale, con un sistema politico, amministrativo e fiscale che deprime e uccide i sogni di tutti.

Quindi la stessa politica che questa situazione ha creato, anziché lavorare per invertire il trend della denatalità, preferisce invece introdurre nuovi cittadini e fingere che tutto vada bene. Questa argomentazione è dunque illogica e offensiva per la intelligenza altrui.

4) E’ falso sostenere che, anche attraverso lo ius soli, si crei un problema di sostituzione razziale. Al mondo esiste una sola razza umana e, dunque, è totalmente immotivata ogni argomentazione basata su principi razziali scientificamente inesistenti, quali razza italiana da contrapporre ad altra razza.

Ciò non significa, però, che l’Italia debba necessariamente rinunciare alle proprie radici, alla cultura, all’amore e orgoglio della propria storia e delle proprie tradizioni.

Una anticipazione eccessiva, come avverrà con lo ius soli, della attribuzione della cittadinanza italiana contribuirà ulteriormente ad una perdita del comune senso di appartenenza.

E un popolo che non ha radici e sentimenti comuni non è più un popolo ma un agglomerato di persone, destinato magari in futuro a vedersi invece imposte regole e tradizioni diverse da chi, proprio del senso di appartenenza e coesione, soprattutto religiosa, fa vanto e obbligo.

5) Una preghiera finale: non sono un attivista politico, non ragiono per slogan e sono abituato a documentarmi su un argomento, riflettere e, infine, farmi una opinione, nella piena consapevolezza che si possa non essere d’accordo con tutte o alcune delle mie considerazioni.

Sarò quindi lieto di leggere eventuali pensieri contrari o precisazioni sul tema in quanto, essendo per natura portato alla mediazione, credo che proprio dalla contrapposizione di idee possa nascere la sintesi migliore ed un pensiero realmente condiviso.

Le reciproche e intolleranti accuse di malafede e fascismi vari, invece, mi annoiano e mi ricordano che gli italiani, chiunque essi siano o saranno, sono oggi come i manzoniani capponi di Renzo che, con le “teste spenzolate, s’ingegnano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.