Come si fa a chiamare bel tempo le giornate in cui non piove? Siccità vuol dire che non c’è erba nei pascoli, che si sono arati e seminati inutilmente gli erbai, che raddoppiano i costi per il mangime e il foraggio, che la produzione di latte diminuisce del 40%.

Nel centro Sardegna non c’è memoria “de un’annata mala” come questa. Mai come quest’anno danni da neve con alberi adulti desolatamente in frantumi e sepolti dai rami caduti. Cumuli di frasche che rendono inutilizzabili i pascoli. Rimuoverle è stata un’ ingentissima spesa per le aziende di allevamento che hanno potuto permetterselo, dove non è stato fatto ora sono una polveriera.

Pericolosissime per gli incendi e fonte di infezioni per gli alberi sopravvissuti. L’Annata mala è un disperante disastro che mette in ginocchio un territorio intero e piega un’economia vulnerabilissima, esposta su tutti i fronti alle avversità del clima, del mercato e della mala politica…

Io non so se, nei confortevoli palazzi cagliaritani di via Roma e viale Trento, si ha contezza del disastro. Non so se hanno realmente presente che il latte di pecora, del quale vivono, non solo i pastori, ma interi paesi del Centro Sardegna, oggi viene pagato a 60 centesimi al litro da industriali caseari monopolisti che poi, con l’aiuto benevolente dello stato Italiano, delocalizzano in Romania dove producono formaggi che ci fanno concorrenza sleale.

Non so se i consiglieri regionali del mio territorio, quelli che ogni giorno votano la giunta Pigliaru che avrebbe responsabilità di intervenire, hanno presente che già qualche anno fa l’ARA ( associazione regionale allevatori) aveva calcolato che per produrre un litro di latte ovino sono necessari almeno 85 centesimi e che quindi c’è un problema enorme che non dovrebbe lasciarli dormire la notte.

Non so se hanno presente che ogni anno la vendita della lana non copre le spese della tosatura delle pecore, non so se sanno che in Sardegna inizia a scarseggiare il foraggio, e che le aziende iniziano a comprarlo oltremare ad un prezzo che il caro traghetti, sul quale non hanno mosso un dito, raddoppia e a volte triplica.

Un disastro! Un disastro a fronte del quale non è stato prodotto un solo intervento efficace, né nazionale e né regionale, da parte di una politica incredibilmente sorda alle difficoltà delle persone ma sensibilissima agli interessi di alcuni.

E così, dopo in danno la beffa. I recenti provvedimenti regionali sugli accantonamenti del pecorino sono stati inutili per i pastori ma un nuovo grande affare per ricchissimi industriali caseari che costruiscono capitali sottopagando il lavoro dei pastori. E infine la ciliegina.

I recenti incentivi regionali per la macellazione delle pecore che hanno immesso nel mercato grandi quantità di carne facendone precipitare a pico il prezzo a tutto vantaggio dei grandi grossisti che acquistano la carne dai pastori a prezzi stracciati e la rivendono facendo buoni affari…

Prima o poi arriverà la pioggia. Si sos porcos non morini … a sa lanne da torrana.