Siamo in un tempo brutto, di falchi ed a volte di avvoltoi.

Il prevalere degli interessi di pochi, a scapito dell’interesse comune è la cifra di questo tempo che aumenta disuguaglianze ed apre sempre di più la forbice che separa un numero ristretto di ricchi e potenti, da una massa sempre più estesa che vede, ogni giorno di più, restringersi diritti e garanzie.

E’ un mondo dove per “produrre, produrre” e fare profitti, come dicono intercettati i vertici Fluorsid si possono inquinare terre, stagni, falde acquifere, mari, aria.

Si possono usurpare beni di tutti, vitali per la gente di oggi e di domani, e sacrificarli all’interesse di pochi in un lungo e vergognoso elenco: Macchiareddu, Quirra, Ottana, Furtei, Porto Torres, Assemini, Santa Gila….

E’ un mondo dove sull’altare del profitto le persone che lavorano sono diventare merce eccedente e per ciò a buon mercato, persone usa e getta, utilizzate quando servono e poi gettate nella precarietà eletta a sistema. Come è possibile accettare? Non è possibile!

Ed allora ecco le riforme. Tutte dello stesso segno, tutte con lo stesso scopo: diminuire la possibilità delle masse senza diritti di dire la loro, di essere rappresentate dove si decide per provare, almeno, ad invertire la tendenza.

Questo era il senso della tentata riforma costituzionale, questo è il senso delle leggi elettorali truffa, nazionali e regionali, che trasformano le minoranze in schiaccianti maggioranze parlamentari e consiliari, questo è il senso di tutte le elezioni dove i cittadini non possono più votare come per le province e le città metropolitane.

E questo è il senso della splendida proposta dell’assessore Paci che invita i piccoli comuni a sparire, a fondersi, ad aggregarsi.

In nome di che cosa non si sa. Ma è possibile che la rappresentanza vi dia così fastidio? E’ possibile che il problema sia per voi la possibilità di un territorio di dire la sua? Pensate di poter fare tutto voi, da soli, negli splendidi palazzi cagliaritani affacciati sul traffico di via Roma e Viale Trento?

Non pensate che anche in un piccolo comune possano esserci elaborazioni utili ad uscire dalla palude melmosa nella quale ci sta trascinando la vostra politica accademica, nemica dei territori periferici e rurali, asservita a poteri nazionali e sovranazionali, come si è visto in occasione del vostro SI al referendum costituzionale?

Io spero che i territori sui quali state impunemente calando la scure dei tagli, non si voglia arrendere, non voglia morire, non si rassegni alla precarietà totale e travolga la maggioranza che colpevolmente vi sta sostenendo.

Da parte mia, io ve lo dico così: Invece di fondere i comuni perché non fate evaporare la vostra giunta?