In un momento nel quale si parla molto di istandard e lingua sarda comune, può essere interessante vedere ciò che fecero gli antichi greci, i quali, muovendo dalle varianti, giunsero a una forma lingustica unitaria.

Il greco koinè è la forma popolare di greco antico che si affermò nell’antichità postclassica (più o meno , dal 300 a C al 300 d. C) e segna il terzo periodo della storia della lingua greca. E’ stato chiamato anche greco alessandrino, greco ellenistico, greco comune o greco del Nuovo Testamento.

Il greco koiné non è importante solo per la storia greca poichè è il primo dialetto comune e il precursore del greco demotico. E’ importante anche per il suo impatto sulla civiltà occidentale come lingua franca de Mediterraneo. Fu, infatti, la lingua originale del Nuovo Testamento e il mezzo di insegnamento e trasmissione del cristianesimo

Il greco koiné fu, in manera extraufficiale, prima o seconda lingua dell’Impero Romano.

Nacque come lingua comune nell’esercito di Alessandro Magno. Man mano che gli Stati greci, sotto la guida del Regno di Macedonia, conquistavano e colonizzavano il mondo conosciuto, il dialetto proprio di questo regno si diffuse dall’Egitto all’India. Malgrado gli elementi del greco koinè si siano formati nell’epoca tardo classica, le culture del dominio ellenico inflenzarono, intorno a loro, la lingua del periodo postclassico, dopo la morte di Alessandro (323 aC). L’epoca seguente, quella del greco medievale, comicia dalla fondazione di Constantinopoli a opera di Costantino I il Grande, nel 330. Dunque il periodo postclssico della lingua greca copre la creazione e l’evoluzione del greco koiné in tutta l’epoca ellenística e romana della storia greca fino all’inizio del Medio Evo.

Koiné (dal greco Κοινή, ‘comune) è un termine che gli intellettuali antichi avevano già utilizzato per indicare altre varianti della lingua greca. Qualcuno si riferiva al protogreco, ma altri l’usavano per riferirsi a qualunque forma vernacolare che fosse diversa dalla lingua letteraria. Quando la koiné, a poco a poco, si trasformò in lingua letteraria, alcuni distinguevano due forme: l’ellenico (‘greco’, forma letteraria postclassica) e la koiné (‘comune, lingua parlata e popolare; altri, infine , si riferivano al dialetto di Alessandria, termine spesso usato da alcuni classicisti moderni.

Le radici linguistiche della koiné sono incerte. Nell’epoca ellenistica la maggior parte degli intellettuali pensava che la koiné fosse il risultato del miscuglio dei 4 dialetti principali del greco antico. Il linguista austriaco P. Kretschmer sostenne questa teoria all’inizio del secolo XIX nel libro Die Entstehung der Koine (‘ La nascita della koiné ‘, 1901), mentre l’intellettuale tedesco Wilamowitz e il linguista francese Antoine Meillet, tenendo conto dei molti elementi jonici —come σσ invece di ττ (θάλασσα, θάλαττα) e ρσ invece di ρρ (ἀρσενικός, ἀρρενικός)— lo considerarono una forma semplificata dello jonico.

Lisandru su Mannu

La teoria più accreditata al giorno oggi è quella del linguista greco G. N. Hatzidakis, il quale sostiene che, nonostante la citata “composizione dei quattro”, il “nucleo stabile ” del koiné è l’attico. In altre parole, il greco koinè lo si può considerare attico con una aggiunta di altri elementi, sorattutto lo jonico, ma anche di altri dialetti. Il peso specifico degli elementi linguistici “non attici” del greco koiné può cambiare a seconda della regione del mondo ellenistico dove lo si parla. Per esempio, le varianti di koiné che si parlano nelle colonie joniche dell’ Asia Minore e Cipro dovrebbe avere più caratteristiche joniche che non altre. Sotto un altro punto di vista, la koiné letteraria dell’epoca ellenistica si rassomiglia molto all’attico conosciuto come attico comune.

I primi intellettuali che studiarono la koiné – sia in epoca moderna che in epoca allessandrina- erano classicisti che avevavano avuto come modello la lingua attica letteraria del periodo classico, e non vedevano di buon occhio le altre forme lingustiche. La koiné, dunque, era considerata una forma corrotta di greco che non meritava una grande attenzione . La riconsiderazione dell’importanza lingustica della koiné iniziò solo nel secolo XIX, quando alcuni intellettuali condussero una serie di studi sulla sua evoluzione nei periodi ellenistico e romano. Le fonti utlizzate per questi studi furono molte e non tutte con la stessa affidabilità. Le più importanti sono le iscrizioni del periodo postclassico e i papiri, perchè sono testi con contenuto autentico che si possono studiare direttamente. Altre fonti importanti sono i Septuaginta (la traduzione greca dell’ Antico Testamento) e il Nuovo Testamento. Gli insegnamenti dei Testamenti sono rivolti a persone comuni, quindi occorreva utilizzare la lingua più popolare del momento.

Infine, una fonte veramente importante è il greco moderno, che ha mantenuto la maggior parte degli elementi linguistici orali dell’antica lingua che la tradizione scritta aveva perso.

Link: https://ca.wikipedia.org/wiki/Grec_koin%C3%A9