Riavvolgete il nastro su Arborea e su quel che ha rappresentato in quell’angolo di Sardegna.
Decenni di progresso, di terra che è stata messa a reddito, di famiglie che sono uscite dalla povertà grazie a un modello che è stato a lungo moderno e innovativo.
Mettete il rallenty quando arriverete al tratto in cui la politica ha messo le mani sulla Società Bonifiche Sarde, prima snaturandone la natura e poi condannandola alla sorte di tutti gli altri clientifici regionali.
Non trascurate nemmeno il periodo di quando la politica ha iniziato a entrare anche nell’orbita 3A. Una realtà che negli anni molti dei lavoratori stessi hanno iniziato a non riconoscere più.
Poi ricordatevi di quando la politica ha provato a chiudere gli occhi di fronte agli assalti degli speculatori che volevano cercare e sfruttare a fini privati il metano proprio là, nell’epicentro produttivo del centro-ovest della Sardegna.
Poi arriverete ai giorni nostri, alla svendita a Sbs e alla parallela spada di Damocle che penzola sulla testa del sistema-latte, messo a rischio dalla questione reflui.
Scoprirete che sta per compiersi il piano perfetto, non sappiamo ancora con quale grado di consapevolezza, sposato dalla politica sarda: trasformare gli assegnatari, ormai proprietari, di Arborea nei nuovi mezzadri di domani e nei nuovi schiavi di dopodomani.
Non sia mai che potessero rappresentare un modello troppo virtuoso da seguire.
Analisi lucidissima. Che Dio ci protegga da questa politica
….tutti gli ATTI espressi dai LACCHE’ istituzionali Sardi, in DANNO MASSIMO VERSO IL POPOLO NATZIONE SHARDO. NON VANNO RICONOSCIUTI COME VALIDI, ed appena avremo RICONQUISTATO LA DOVUTA SOVRANITA’ ASSOLUTA, SRAPPEREMO QUEI TRATTATI, perchè trattasi DI RAPINA A MANO ARMATA…quell’Azienda, VALE MOLTI MILIARDI l’anno, e, lìAVERLA CEDUTA SENZA IL CONSENSO DEI SHARDI a quel RIDICOLO PREZZO, COSTITUISCE UN ATTO DI ALTISSIMO TRADIMENTO…. CHE VERRA’ SANZIONATO MOOOLTO DURAMENTE….
Generazioni fa , UOMINI dediti all’amor di patria , si sono resi protagonisti di un geniale ed imponente piano di sviluppo agronomico . Proprio perchè formati con valori e ideali volti all’interesse del sociale . Dalle paludi malariche si è arrivati alla più fiorente comunità agricola dell’Isola . Tradizioni e culture differenti si sono fuse per fare di quella comunità oggi , la più orgogliosa dei propri sacrifici e di essere sarda . Ancora oggi , nel bene o nel male, il sistema Arborea ha sempre scelto la propria strada confrontandosi con i propri soci . Non è mai venuta meno l’unità , ma lo stimolo . E’ ancora in vita chi Bonifiche Sarde l’ha vista nascere e l’ha vista morire . E la sua analisi Dr. Muroni è coerente . Tutto ciò che è pubblico in Italia è destinato al fallimento . Perchè del Pubblico in Italia (in Sardegna meno che mai ) , non c’è etica nè morale . L’Isola che sogna l’indipendenza vede nella sua politica la cessione della propria sovranità . Del patrimonio agricolo dei sardi . E tutti restiamo a guardare . Quale indipendenza vogliamo ? Non sono lontani i tempi in cui un gruppo di giovani locali ha portato a trionfo la cittadina un tempo sorridente , contro le lobby del petrolio . Abbiamo perso contro chi avrebbe dovuto tutelarci , tutelare i sardi . Chiamati a mettere mano al portafoglio nel momento in cui la nostra economia esce duramente provata da 30 mesi di crisi senza precedenti . E’ tardi per piangere , e non lo faremo . Ma rabbia e delusione ci spingeranno a riscattare il nostro orgoglio . Ciò che sappiamo fare meglio ci darà la forza per chiedere un giorno non troppo lontano , conto dell’ennesimo scempio all’economia sarda , e al suo popolo . Teniamo bene a mente che le uniche industrie capaci di dare un futuro alla nostra bellissima Isola sono 2 : Turismo e agroalimentare . Tiriamo le somme…
Triste verità! Una politica serva dei poteri forti!
Credo che questa non sia la politica che possa contribuire allo sviluppo della Riforma Agraria. L’augurio che i ferraresi ci portino linfa nuova al territorio e non capitalismo….
…ma sa SARDA dzente,…cussa chi unu tempus giughiat pilos in su coro,…e istintu de rebellìia sena fine,…ite fine at fatu??? Mi paret chi non si potat pius andare a daenantis in custa manera,…est tempus de l’agabare de istarepedi-pedi,…est tempus de si la leare sa cosa chi serbit,….partinde dae su fat chi custa classe politica iscadente e iscadida,…che cheret a sa lestra catzada fora dae sa terra SARDA,…Si propriu cherent fagher sos canes de isterdzu,chi lu fetant in italia,…e non in SArdinna nen a contu nostru,nen in lumen nostru…E a totu mal’ andare,…una corpu ‘e balla a butones,…nessi non criant pius simile dzenia…
La politica distrugge tutto ciò che di virtuoso crea l’uomo
Pensa se invece di fare un danno enorme prosciugando lo stagno avessero lasciato tutto incontaminato. Se la guerra fosse scopiata un anno prima Arborea avrebbe continuato a convivere con il Sassu, lavoro e ricchezza per tutti. Invece oggi la terra strappata allo stagno è una landa desertica e desolata. Per di più non c’è nemmeno più l’ SBS a lavorarle. Volete fare una cosa intelligente? Fate come in Emilia Romagna e in Francia, ricreate lo stagno di Sassu, secondo stagno dopo Molentargius, sarebbe fonte di reddito sia per il pesce che per il turismo. Senza parlare del bene che farebbe alla natura e ai nostri figli.