(Pro lèghere s’artìculu in sardu pùnghere subra sa bandera in artu)

Il vertice del Consiglio europeo di Malta del 3 febbraio 2017 ha segnato una data spartiacque per l’Italia e per la Sardegna. Il nuovo trattato europeo a due velocità che l’Italia firmerà il 25 marzo 2017 a Roma, in occasione delle celebrazioni del 60 anniversario del trattato del 1957, sarà l’occasione, ultima ed irripetibile, per fare inserire la Sardegna tra le regioni ultraperiferiche dell’unione europea, sfruttando il precedente della Danimarca che ha ottenuto, per le sue regioni ad autonomia speciale, la possibilità di gestire la propria economia in autonomia dall’unione Europea, pur rimanendo danesi.

La Sardegna, unica regione italiana, ha oggi, per il suo Statuto autonomo speciale, la possibilità concreta di poter concorrere all’elaborazione degli accordi internazionali commerciali e tariffari, e di poter partecipare, con un ruolo da protagonista, nell’ambito della delegazione italiana, con il presidente della giunta regionale o con un suo delegato, ai lavori preparatori relativi alla definizione della posizione negoziale dell’Unione europea e dello Stato italiano, anche in sede di organizzazioni internazionali, in quanto gli accordi stessi riguardino interessi rilevanti per l’economia della Sardegna.

Lo prevede l’art. 52 dello Statuto sardo e il decreto legislativo di attuazione n.363/99. Il nuovo trattato di Roma è l’occasione unica di ottenere l’inserimento nel trattato europeo della specialità dell’isola di Sardegna. Il 25 marzo una delegazione sarda dovrà assolutamente essere convocata con la delegazione italiana a partecipare alla firma del nuovo accordo europeo, per ottenere l’inserimento nel trattato della propria personalità giuridica autonoma sancita dallo statuto.

La Sardegna dovrà chiedere e ottenere di essere inserita tra i territori ultraperiferici di cui all’art. 349 e 355 comma 5 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in deroga all’art. 52 del trattato e l’inserimento della specificità della minoranza etnica sarda e del sardo come la sua lingua ufficiale. Quest’azione ci consentirà di avere la zona franca integrale, il regime fiscale differenziato di compensazione alla nostra insularità che ci spetta e la tutela delle nostre tradizioni.

E’ necessaria l’unione di tutti i sardi di ogni colore e credo per farci raggiungere questo obiettivo e chi dissente dovrà spiegare la sua cecità. Questo è l’appello a tutti i sardi onesti e che hanno a cuore il destino dei loro figli: occorre una pressione comune sulla Giunta regionale sarda perché faccia il suo dovere e dobbiamo essere uniti perché lo Stato italiano applichi la legge. Ora è il momento di agire, noi ci crediamo!

*Movimento Zona Franca