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Questo fine settimana è stato molto interessante. Venerdì sono andato a Mamujada all’incontro pubblico organizzato da Anthony Muroni. In una sala gremita ho potuto ascoltare le storie di ragazzi coraggiosi, che in piccoli centri di Sardigna si ostinano a non volere emigrare e a cercare di creare benessere e sviluppo con le loro idee e il loro sacrificio.

Ho visto giovani ragazzi e ragazze che dedicano la vita ai loro piccoli paesi, amministrando o facendo impresa, rilanciando o creando dal nulla idee che valorizzano il paesaggio, i prodotti della terra e della tradizione, lavorando spesso in condizioni al limite del possibile, contro leggi assurde, contro una burocrazia ottusa e un colonialismo spietato e crudele, contro quel vecchio fatalismo (che per fortuna inizia a scomparire) che dipingeva noi Sardi come incapaci di fare tutto, buoni solo all’odio, all’invidia e al parassitismo.

Mi ha fatto bene vedere che la nostra povera Sardigna, pur sottoposta a una delle dominazioni più devastanti, è ancora capace di partorire figli animati da tanta forza di volontà e con tante grandi qualità.

Sabato invece, a Nùgoro, ho partecipato alla conferenza diffusa di sardo organizzata dal gruppo di Acordu, composto da Alessandro Mongili, Manu Ennas, Giovanna Casagrande e Alexis Alésios Berengārius.

Un’esperienza molto appassionante che ha visto tante persone – alcune parlanti un ottimo sardo, altre un po’ stentato, altre che non lo parlano quasi per niente – mettersi al lavoro per approfondire diverse tematiche legate all’uso del sardo nella società odierna.

Ed è stato veramente bello e incoraggiante vedere tanta gente che il sabato, anzichè andare sul Gennargentu a giocare con lo slittino o starsene a casa davanti al caminetto, ha preferito fare tanti chilometri, anche con temperature glaciali, per dedicare il proprio tempo libero alla nostra lingua e alla costruzione di progetti per la sua salvaguardia.

Segnali, anche questi, che il colonialismo e i suoi progetti di distruzione del nostro popolo dovranno vedersela con tanta gente, ostinata e coraggiosa, che non ha nessuna intenzione di arrendersi.

Segnali che danno speranza a chi dedica la sua vita a questo grande popolo.