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Non so se esiste e cosa sia il “mal d’Africa”. L’unica certezza è il mio primo viaggio in Madagascar, nell’ ottobre del 2007, esattamente nell’isola di Nosy Be, al nord del Paese nel Canale del Monzambico.

Dopo aver visto isole da sogno, spiagge esotiche assolate, la mia mente, i miei occhi e il mio animo si sono fermati nei piccoli villaggi. Iniziavo a capire cos’è veramente la povertà e le difficoltà di un popolo che fatica a vivere.

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E dopo quel breve soggiorno i miei viaggi si sono intensificati, perché volevo fare qualcosa per quella gente che viveva in misere capanne, senza luce e senza acqua.

Ci vado 2 volte l’anno da 10 anni. Inizialmente mi è stato di grande aiuto padre Jean Luc, un frate francescano un po’ fuori dal mondo e ubbidiente ai suoi superiori. Nel 2008 individuammo dove concentrare gli sforzi, senza continuare a distribuire medicinali, vestiti e sacchi di riso nei diversi villaggi. Scegliemmo Orangea, con circa 400 abitanti, pochi anziani, molti giovani ma soprattutto bambini.

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Il frate mi propose subito di costruire 2 chiese, ma risposi che la salute delle persone era e doveva essere prioritaria. Forse anche per questo i suoi superiori lo mandarono a evangelizzare un piccolo villaggio nella Grande Terre a oltre 1000 km. Si inizia con la costruzione di un pozzo di 15 metri, interamente scavato a mano.

Il mio primo errore è stato di affidarmi quasi ciecamente al direttore della scuola. Sembrava il più illuminato, ma si e rivelato il più astuto e profittatore. Grazie alla nascente associazione Stelle del Sud onlus, siamo riusciti a racimolare qualcosa per continuare i lavori.

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Riattivata la strada spianando con le ruspe, ripulito il villaggio, ristrutturate alcune aule scolastiche, portata l’acqua potabile nelle scuole, creato un gruppo di lavoro tra donne per ricamare tovaglie, costituito una squadra di calcio con l’intento di coinvolgere i giovani a tenere pulito il villaggio, non andato a buon fine perché anche i giovani volevano essere pagati per fare ciò, abbiamo ristrutturato alcune abitazioni pericolanti, istituito diversi premi per il miglior giardino oltre a distribuire vestiario e sacchi di riso in abbondanza, aiutato persone che necessitavano di cure ospedaliere e medicinali.

Siamo riusciti a firmare un accordo con le autorità locali e il capo del villaggio, per agevolare i nostri progetti nel ferruginoso iter burocratico. Intanto aveva preso il via la costruzione dell’infermeria, che siamo riusciti a completare un mese fa. I tempi sono stati lunghi ma solo così potevamo garantire la qualità del lavoro, svolto solo durante il mio soggiorno.

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Spesso è mancata la collaborazione della popolazione che, per qualsiasi cosa, pretendeva danaro. Pensavano che il waza (l’uomo bianco straniero) era venuto per risolvere tutti i loro problemi distribuendo danari a destra e a manca. Ho faticato non poco a far capire che l’onestà e la correttezza ripagano sempre. Oggi le cose sono migliorate, anche se c’è sempre l’istinto a chiedere.

Per il capo del villaggio e per il presidente della Repubblica, che ho avuto il piacere di conoscere, è la mentalità di una popolazione che viene da una lontana tribù del sud. Ma è una mentalità assai diffusa anche tra altre tribù e c’è da stare attenti, soprattutto quando si hanno attività come alberghi e ristoranti, in gran parte in mano ad occidentali europei.

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Loro più di altri conoscono, per esperienza diretta, la poca affidabilità del malgasci. Ora che l’infermeria è finita, due stanze con il bagno ( wc, doccia e lavandino con acqua potabile), attendiamo le autorità sanitarie locali per stipulare un accordo per la gestione. Hanno già fatto capire di prendere, a titolo gratuito, la struttura e poi saranno loro a decidere cosa farne. Mi preoccupa un po’, ma sono fiducioso, perché è stata costruita con enormi sacrifici, per dare assistenza sanitaria alla popolazione di Orangea e dei villaggi circostanti.

Come associazione non ci fermeremo perché vorremmo costruire una casa dell’accoglienza per i bambini abbandonati e una scuola di formazione professionale.

*Presidente ass.ne Stelle del Sud Onlus