Alle 18.04 Verdini e il sottosegretario Zanetti annunciano che Ala – la componente di ex berlusconiani ed ex montiani che è passata armi e bagagli con Renzi oramai da un paio d’anni – non sosterrà il governo e non voterà la fiducia al Senato. Significa che Gentiloni parte senza certezze sui numeri.

Alle 18.19 l’ormai ex premier Matteo Renzi twitta gli auguri al suo successore e al suo governo, anche se Gentiloni si prende ancora quasi mezz’ora prima di snocciolare la lista dei ministri.

I ministri confermati nei loro dicasteri sono 12 ma le facce veramente nuove (si fa per dire) sono solo 2: Finocchiaro ai Rapporti per il Parlamento e Fedeli all’Istruzione. Gli altri (Alfano, Lotti, Boschi, De Vincenti, Minniti) cambiano semplicemente ruolo: alcuni vengono promossi, altri semplicemente riposizionati.

Ma cosa cambia davvero? Manca Renzi, ma si tratta con tutta evidenza di un Renzi-bis.

Che respiro avrà? Visti i precedenti – e decodificato quanto detto da Renzi durante la direzione Pd di questa mattina -, considerando anche la posizione assunta dai verdiniani, fare previsioni sarebbe quantomeno azzardato.

Eppure quegli auguri così ostentati e anticipati – fossimo in Gentiloni – non ci lascerebbero tranquilli.

Sapevano tanto di “Paolo, stai sereno”.

Auguri a Gentiloni, a Renzi e a tutti noi.