Credo che oggi per sentirsi cittadini globali oltre che avere la connessione Wi-Fi sia necessario avere strade, ferrovie, aerei e navi che funzionino e che siano connesse con il mondo.
È di alcuni giorni fa l’annuncio che nel programma concordato dal Presidente della regione Sardegna con il governo, Maurizio Gentile della RFI ci siano circa 346 milioni di euro per la rete ferroviaria sarda, che prevede investimenti sui binari isolani, con lo scopo di accorciare i tempi di percorrenza delle tratte che collegano Cagliari con Oristano, Sassari e Olbia.
I finanziamenti sono destinati all’ammodernamento di sistemi all’avanguardia come: SCMT (sistema controllo marcia treno). Soldi di tutti, spesi per migliorare la viabilità interna dei treni e trenini, chissà sostituirne alcuni, costruire o mettere in sicurezza qualche ponte e cosi via, dimenticando ancora una volta il “vecchio” Nuorese.
Eppure credo che ancora da qualche parte, sperduto in angoli dell’isola dimenticata ci sia molta gente, giovani, ragazzi e ragazze, anziani che sperano in una politica inclusiva vera, non solo fatta da social net work.
Dimenticato il credo dello sviluppo, della movimentazione economica di qualche presidente regionale fa, che sosteneva la necessità di rendere più connesse le zone interne con gli approdi a mare; oppure le politiche attuali contro lo spopolamento dei piccoli paesi interni; vere perle incastonate in una natura stupenda gelosa, che li nasconde e li avvolge nel silenzio dell’obblio, realtà difficili che già sanno che la risoluzione dei loro problemi potrebbe arrivare più dall’illuminazione di concittadini che dalla vanitosa classe politica.
Credo che osare ad immaginare grandi opere anche in Sardegna sia una bella cosa, perché come disse Einstein “…perseverare con gli stessi metodi sperando di cambiare il risultato è da stolti…”. Perché non puntare sull’incompiuta rete ferroviaria sarda che veramente connetta nord-centro e sud, da Cagliari a Santa-Teresa passando per centri che aspettano di essere visitati e rivitalizzati.
La stazione di Nuoro connessa con altri centri per mezzo di treni veloci, puntuali magari completando la tratta per Olbia passando per la pianura di Sologo, immaginando una stazione intermedia per i comuni di Lula, Orune e Bitti, luoghi dell’immaginario collettivo come eremi di solitudine ed isolamento, patria di persone trafelate dai silenzi assordanti e poi giù sino alla piccola stazione di Orosei o Siniscola, e poi verso Posada, Budoni, San Teodoro e infine Olbia e sentirsi così dentro un mondo accessibile che cammina alla nostra stessa velocità.
Anche così daremo fiato e sostenibilità ad iniziative imprenditoriali, turistiche, culturali dove il cittadino salendo sul treno si senta già a casa, in qualunque parte della Sardegna si trovi. Sedersi nella poltroncina di un vagone che lo porterà sicuro a destinazione, portandolo al mare o in montagna.
Arrivare alla stazione di Nuoro da Gavoi, Ollolai e da qui partire verso il selvaggio verde di Montepizzinnu, assorto nella lettura mentre con tranquillità inizia a vivere l’emozione e il tepore del caldo mare d’inverno o l’abbronzarsi d’estate nel sole della costa Orientale, Baroniese o gallurese e poi il rientro sicuro a casa dopo una serata con amici in costa senza incorrere in autovelox, oppure vivere la magica emozione di un mondo antico della Sardegna interna, gioverebbe a tutti, credo che anche questo sia sviluppo sostenibile, riducendo così anche il trasporto di merci su gomme.
Non ci resta da chiederci quale sviluppo vogliamo dare a nostri territori, troppo spesso dimenticati da chi dovrebbe ricordarci e concludo dicendo che “…la ricetta per una buona vendemmia è coltivare il vigneto in tutte le stagioni e non ricordarsi delle viti solo al momento della raccolta”.
Ed è proprio … l’obblìo che vi frega !
Fate in modo che il mondo cominci ad avere un “motivo” per recarsi nel nuorese e nasceranno d’incanto i più disparati vettori per raggiungere la DESTINAZIONE !
Ho vissuto per anni a Cagliari, città nella quale studiavo, e sempre ho sognato di poterla raggiungere in treno. Di fatto, si può: Nuoro – Macomer, a scartamento ridotto, 56km in un’ora e 10 minuti. Coincidenza con il Regionale Sassari – Cagliari, dall’altra parte della strada, una volta giunti in stazione. Sì, ci arrivavo in 3 ore. Uscivo di casa alle 09:30 e arrivavo alle 14:00 più o meno. Voi come la vedete?
…passare con il treno e vedere Monte Pizzinnu, e tutta quella selva che circonda Nuoro, è davvero bello da immaginare. Molto romantico. Tuttavia, personalmente, non ripongo nessuna speranza, né fiducia sulla politica e capacità degli amministratori. Sì che qualcosa andrebbe fatto, perché anche i trasporti su gomma non sono poi così fruibili/organizzati/comodi.
Ma non è che noi siamo indietro? Noi compresi il Sassarese, il Gallurese, il Campidanese… Siamo noi un popolo assuefatto, vecchio e senza nessuna Borghesia che prema per gli interessi prima del suo territorio e della propria gente e poi – perché una borghesia non si muove per niente in cambio – della propria classe? Abbiamo semplicemente dei delegati (coloniali?) che non sono lì per rappresentare i nostri interessi? Inoltre, nel nuorese, con quei solo 160 mila abitanti… a chi interessa investire? Il sistema clientelare sul quale è basata la politica italiana e sarda non troverà allettante un investimento nel nuorese, senza avere poi un ritorno in voti, o no?
Suppongo che funzioni così da anni e che ci vorrebbe una grandissima rivoluzione culturale per poter superare questo vecchio, feticcio, sistema.
Nuccio, “Eppure credo che ancora da qualche parte, sperduto in angoli dell’isola dimenticata ci sia molta gente, giovani, ragazzi e ragazze, anziani che sperano in una politica inclusiva vera […]” … questo dovrebbe essere uno dei motivi. Ma non solo: provi a fare una lista di musei, personaggi storici, siti da visitare (etc.) presenti nel nuorese e trovi una risposta da solo. Io credo che una politica integrata/nte, portata avanti da persone davvero oneste e preparate (dopo una rivoluzione culturale?), potrebbe ridare vita a quello che sembra essere un (ormai) declino delle zone interne.
E comunque grazie per l’articolo, sarebbe davvero bello andare al mare in treno.
C’è sempre bisogno di una visione del futuro da raggiungere con progetti innovativi, necessari a superare le condizioni di arretratezza che penalizzano i contatti tra una comunità e l’altra della Sardegna. Va in questa direzione l’idea di una rete di collegamenti con il segno della modernità e del bisogno di una “continuità territoriale” tra le zone interne e le aree costiere della nostra isola.Grazie, caro Giampiero, per la nobiltà delle idee e delle proposte. Le onde emotive, che hai messo in moto, sono sempre utili e aiutano a riflettere sulla realtà limitante che abbiamo vissuto da tanto tempo. A metas annos. Vittorio Sella