È ormai protesta generalizzata, che coinvolge anche Prefetture e ANCI.
I sindaci e gli impiegati comunali dei Municipi della Sardegna sono infatti in rivolta a causa dei forti tagli, non annunciati, negli stanziamenti del Ministero a proposito delle operazioni elettorali in occasione del referendum di domenica.
Tagli che sfiorano il 60% – secondo quanto raccontano gli amministratori – e che mettono a rischio lo svolgimento delle operazioni elettorali e di spoglio.
Per questo, preso atto dell’assenza di fondi per assicurare lo straordinario del personale, i sindaci stanno scrivendo ai Prefetti, mentre l’Anci regionale – con il presidente Pier Sandro Scano – ha immediatamente segnalato la questione al presidente nazionale De Caro, chiedendogli un immediato intervento presso il Ministero.
…questi tagli sono in coerenza con la promessa di Renzi- Boschi sui tagli alla politica. Iniziano dai tagli alla possibilità di esercitare il diritto di voto , uno dei capisaldi della Costituzione che vogliono stravolgere. Voto NO !!
E’ un segno premonitore del “principio di sovranità” contenuto nella Riforma Boschi-Renzi a danno anche delle regioni a Statuto Speciale. Dite all’ Imperatore che le periferie sono in rivolta. Si spera che l’orizzonte sia più chiaro dopo il Referendum.del 4 dicembre.
Vittorio Sella
L’attacco al diritto di voto, in questo caso, si realizzerebbe in modo da attribuire la responsabilità ai Comuni e ai lavoratori dei Comuni, passando attraverso la modifica del concetto di lavoro: una prestazione d’opera è lavoro solo se è pagata; altrimenti è un hobby. O anche volontariato. Quindi l’attacco è duplice.