Licet? Servirsi di un raffronto fra un episodio importante del Vecchio Testamento puo’ non esser cosi’ stravagante come .a prima vista potrebbe apparire.

Se il Lavoro è il fondamento della Repubblica Italiana, Lavoro che è elemento/fattore portante del sistema sociale, costituente della dignità della persona umana, licet, lo domando con insistenza, attribuire ad esso la Primogenitura?

Io penso di sì: il Lavoro ha la Primogenitura. Ora, se si guarda dentro la Riforma Costituzionale sulla quale siamo chiamati ad esprimerci il 4 dicembre prossimo, vi troverete l’equivalente del “piatto di lenticchie” (i risparmi legati al mutamento della composizione e funzione del Parlamento e, a latere, alcune elargizioni, modeste, a favore dei più “diseguales e designate (fatte passare/indicate/camufatte) come sostegno dell’Equità).

La proposta di Riforma Costituzionale è razionale, articolata, logica (molti lo negano) direi irreprensibile al di là del lessico sovente (volutamente) p0c0 chiaro, persino oscuro. C’è in atto un processo nella società italiana –non più strisciante- ma allo stesso tempo non dichiarato dai promotori- e ammantato con espressioni di “efficienza”,”superamento di rigidita’ del mercato” e simili.

Con essa si completa un processo di sconvolgimento del contesto sociale che, iniziato all’inizio del secolo, si è accentuato negli ultimi anni con l’attuale governo e che, se approvata, sancirà lo sconvolgimento sociale e, nella sostanza, sconvolgerà la Primogenitura della Costituzione (Art.1. L’Italia e’ una repubblica democratica fondata sul lavoro).

Non v’e’ dubbio che il Lavoro venga “de-tutelato” e con esso la Persona Umana. Non v’e’ dubbio che si sia creato un “ muro” all’interno del sistema sociale, un muro che alimenta e accresce le diseguaglianze, i diseguales.

Mi pare che in linea con questo sia il contenuto della Finanziaria 2017 la cui bozza era stata inviata a Bruxelles nell’ottobre scorso e che trova conferma nel documento attualmente in Parlamento. Si tratta della riduzione delle imposte sui profitti delle imprese e del mantenimento della tassazione su salari, stipendi e pensioni.

Il Jobs Act è stato il capolavoro del governo in carica. Qulcuno dirà che nella riforma si tratta di altro, si tratta di facilitare le decisioni, snellire le procedure di approvazione delle leggi, di “ridurre i costi della politica”, ma non dice che aiuterà a fare la “buona politica” e a ridurre quella “mala” e a migliorare la fiducia nelle istituzioni, a ridurre le diseguaglianze, a intensificare la lotta per la legalita’ contro le organizzazioni malavitose, contro i corruttori, gli evasori fiscali, a migliorare la spesa pubblica, lo spending review, l’istruzione, la sanità, le altre infrastrutture, fra cui il sistema bancario, insomma a gestire questa società malgestita.

Non lo dice perche’ non lo puo’ fare. Se si fa attenzione, si parla di “Tutela Crescente” del dipendente ma, nella realta’, la Tutela Crescente è trasferita all’impresa che può licenziare il dipendente con “compensazione” sulla base del periodo di lavoro prestato.

Il Jobs Act non aveva lo scopo di creare maggior occupazione (questa era una cortina fumogena, alimentata da incentivi per convertire l’occupazione precaria in “permanente “ che, nel nel Jobs Act, è un termine privo di senso) bensì di dare la massima libertà di licenziamento al manager dell’impresa.

Fra 15 anni, la maggior parte dei lavoratori nel settore privato si troverà in questa situazione e i prossimi saranno quelli pubblici. Non so se tutti abbiano fatto caso al fatto che l’Italia è stata diffusamente elogiata dalla Commissione Europea, dall’OCSE e dal Fondo Monetario per aver attuato una riforma che sopprime la “rigidità” del mercato del lavoro. Si chiama “rigidità” il diritto al lavoro!

Qualcuno ha notato un aumento degli investimenti stranieri (escludendo l’acquisto dei “gioielli di famiglia”)? Ma, qualcuno ha notato l’aumento degli investimenti degli imprenditori nostrani? E la illuminata invenzione dei “vouchers”? Riduce il lavoro in nero?

Balle, il lavoro in nero è collegato direttamente all’evasione fiscale che è dell’ordine del 12-13% del PIL (qualcosa intorno a 200-220 miliardi l’anno) e in questo triennio non è affatto diminuita, anzi c’è il timore che possa essere aumentata).

Naturalmente, la storia di Fincantieri (impresa di stato) a Monfalcone fa rabbrividire. Nel frattempo sono stati “depennati” i sindacati mentre le confederazioni degli imprenditori, nei vari settori, si sono rafforzate, seppure, con il Jobs Act, non ce ne fosse bisogno.

La Persona Umana, che la Costituzione si è proposta di sostenere e di difendere ne uscirà rafforzata dalla Riforma, se questa venisse approvata nel Referendum? Lo dubito fortemente. Perché? Per il semplice fatto che governo in carica ha strutturato l’attuazione della Riforma attraverso una legge elettorale che gli consentirebbe di avere un controllo del nuovo Parlamento e quindi di continuare l’opera di sovvertimento del sistema sociale e politico del nostro Paese.

Ma se, da un lato, la proposta di Riforma altera lo spirito e l’essenza della Costituzione, di cui non si avverte una diffusa preoccupazione, a parte spesso confusi schiamazzi. da un altro, non solo non pone rimedio ma non incide positivamente sui problemi economici e sociali del Paese.

Ad esempio, aumenteranno gli investimenti esteri e interni perche’ vi sara’ maggior “stabilità”? La stabilità. quella intesa dal governo in carica, da sola, non è elemento sufficiente e, in alcuni casi, neppure necessario (vedi il Belgio e la Spagna, che senza governo e’ cresciuta ad un tasso più che doppio dell’Italia). Abbiamo chiaro che cosa significhi “stabilità” e in quale contesto questo termine viene utilizzato? I governi più stabili al mondo sono, oggi, La Corea del Nord, la Cina, il Qatar, l’Arabia Saudita, la Russia, e molti altri regimi meno importanti che hanno tutti un elemento in comune sul quale si fondano.

Ma stabili sono anche la Germania e gli Stati Uniti d’America, i paesi Scandinavi etc. che si differenziano dai primi per un piccolo dettaglio che si chiama “democrazia” sulla quale la stabilità poggia. Sono due sistemi opposti e concorrenti. Ma un sistema che abbia elevata corruzione, elevata evasione fiscale, elevata presenza di malavita organizzata, infrastrutture obsolete o mal funzionanti, lo defiremmo “stabile”?

Ora, per restare sul tema, la Riforma Incide sulla disoccupazione, che oscilla tra il più e il meno,-stagionalmente,- e in un bailamme statistico che fa solo venire dubbi sulla affidabilità? Forse incide sulla Corruzione, sull’Evasione Fiscale, sulla Fuga di Capitali, sul Debito Pubblico, Sulla Competitività, Sulla Produttività che ci vedono in posizioni “defilate” sul piano internazionale? Sulle “Gabbie” che ostacolano la crescita del Paese?

Sulla riduzione’ delle Diseguaglianze fra ceti sociali e fra aree del territorio nazionale (leggi Mezzogiorno e Isole?). Purtroppo, il governo in carica, in questiu anni si è impegnato a cercare il consenso, con promesse, con interventi “tampone” (80 euro, Imu etc) senza una visione di sistema e attaccando la Commissione Europea dopo essersi impegnato a “fare i compiti”, che non ha fatto, anzi, utilizzando gli immigrati come strumento “che fa reddito” (nel 2016, quest’anno, le spese sostenute per gli immigrati contribuiranno per lo 0,2 circa del PIL, ossia per circa il 25%. Senza questa spesa il Pil quest’anno si sarebbe fermato allo 0,6%, molto meno della meta’ del resto dell’Unione).

V’è anche un altro aspetto che riguarda in particolare la Sardegna. La Riforma prevede un Senato la maggior parte dei membri del quale siano “eletti” dai Consigli Regionali. Si dà il caso che i consiglieri regionali della Sardegna, come disposto dallo Statuto della Regione Sardegna, non possono essere eletti o nominati a far parte del Parlamento nazionale o europeo (art 17 dello Statuto).

Ora, questo divieto di una legge costituzionale, qual’e’ lo Statuto della Regione Sardegna, pone un ostacolo alla costituzione del nuovo Senato, se la Riforma venisse approvata, in quanto la Sardegna non sarebbe rappresentata e, di conseguenza,il Senato non potrebbe essere costituito…. a meno che non venga modificato lo Statuto che, essendo norma costituzionale, deve seguire un iter particolare.

Ed è questo il modo nel quale il Governo Centrale entra nello Statuto per uniformarlo, di fatto, agli statuti delle altre Regioni (a statuto ordinario, appunto) accentrando quei poteri che nel 1948 erano stati attribuiti alla Regione e che costituiscono l’Autonomia.

Per i Sardi si può ben parlare di perdita di Primogenitura, tale può infatti essere considerata l’Autonomia.

E’ chiaro che questa Riforma implica, ma la occulta, una Scelta Sistemica e, naturalmente, è fondamentale la valutazione di “CHI, CON CHI e PER CONTO DI CHI” propone la Riforma.

Attenzione: e’ un conto se il proponente è Obama, è un altro conto se il proponente e’ Putin o Xi. Seguendo da quali fonti nazionali e internazionali viene il sostegno alla Riforma è chiaro il perché della stessa.

Qualcosa di strano c’è, comunque. Invece di rafforzare le Autonomie locali, il decentramento, secondo i dettati della nostra Costituzione, il governo in carica si avvia verso un centralismo che è largamente superato in Europa. Non so se sia stato notato che in quei sistemi nei quali esiste una “stabilità” personalizzata, per le autonomie locali c’è pochissimo spazio.

Ma se ci sono in gioco Primogeniture, se c’è in gioco la dignità della Persona umana, se aumentano le diseguaglianze,se si creano “muri” che senso ha sostenere questa Riforma?