Non sono un amante delle dietrologie ma dei fatti.

Dunque non sono interessato ai pettegolezzi ma agli effetti pratici delle cose che accadono.

Ieri ho scritto una ricostruzione temporale di quanto accaduto in questi due anni e mezzo attorno all’aeroporto di Alghero, cercando di essere rigoroso e didascalico.

La crisi, l’inevitabile privatizzazione, la cacciata di Ryanair, il crollo del traffico passeggeri e dell’economia nel Nord Ovest, l’offerta di F2i per rilevarne la proprietà.

Oggi voglio tornare a puntare il faro su qualcosa di ancora oscuro, ancora segreto, ancora nascosto, avvenuto a fine luglio (oramai quattro mesi fa), quando la Ue ha chiuso il procedimento di infrazione per gli aiuti alle low cost.

Quel pronunciamento è ancora secretato, equiparato ai fascicoli sul caso Moro e sulla strage di Bologna. L’Ue e la Regione non lo rendono noto e non si è ancora trovato uno straccio di parlamentare europeo, deputato, senatore o consigliere regionale capace di farlo saltare fuori.

In attesa che questo mistero glorioso si chiarisca, e con esso i motivi di cotanto segreto, restano valide le considerazioni che ci siamo sentiti allora di fare e ci sentiamo oggi di ripetere.

1) il sistema Alghero Ryanair era pienamente legittimo. Dunque non si capisce su cosa l’assessore Deiana e i suoi sostenitori abbiano basato l’esultanza (sì, hanno esultato ed esultano perché l’Europa ci vieta di investire i nostri soldi per tutelare la nostra economia turistica) a proposito della “giusta cautela” seguita in questi due anni. Il dato è un altro: l’ingiustificata cautela su Alghero ha danneggiato la città, il nord Sardegna, gli imprenditori e il vettore. Roba da dimissioni immediate, altro che esultanza.

2) Qual è l’effetto del pronunciamento UE per le casse pubbliche? Per quel che è dato capire, fin qui, prossimo allo zero. I contributi asseritamente illeciti dovranno essere restituiti dalle compagnie. Dunque si smonta un altro caposaldo della dottrina Deiana: “Non facciamo più nulla fino al verdetto UE perché potremmo decretare, con una loro censura, il fallimento degli aeroporti sardi”. Tutti e tre sono stati “assolti”.

A me pare che, da qualsiasi angolazione la si guardi, ci sia poco da esultare.

Mi sarebbe invece piaciuto vedere la politica sarda – tutta – unita contro l’Europa: “I soldi sono nostri e li spendiamo con oculatezza ma come ci pare, secondo l’interesse pubblico della nostra terra”.

Invece commentiamo altri passaggi, con la politica dei trasporti e del turismo dei voli low cost demandata ad altri capitalisti arrivati da oltremare.