In Italia uno degli argomenti più di moda contro Trump – che pure molti difetti caratteriali e molti limiti istituzionali e valoriali sembra avere – è quello legato alla paventata costruzione di un muro ai confini sud degli States.

Ma è davvero una novità assoluta? No, perché il muro c’è già. È lo fece costruire, a partire dal 1994, l’allora presidente Bill Clinton. Il marito della candidata sconfitta da Trump.

Scrive Wikipedia alla voce “barriera di separazione tra Stati Uniti e Messico*:

“La barriera di separazione tra Stati Uniti d’America e Messico, detta anche muro messicano o muro di Tijuana, è una barriera di sicurezza costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera al confine tra USA e Messico.

In Messico viene però chiamato Muro della vergogna. Il suo obiettivo è quello di impedire agli immigranti illegali, in particolar modo messicani e centroamericani,  di oltrepassare il confine statunitense.

La sua costruzione ha avuto inizio nel 1994, secondo l’ottica di un triplice progetto antimmigrazione posto in essere dall’allora Presidente Bill Clinton: il progetto Gatekeeper in California, il progetto Hold-the-Line in Texas ed il progetto Safeguard in Arizona.

Secondo alcuni esperti queste operazioni sarebbero solo una manovra per convincere i cittadini statunitensi della sicurezza ed impenetrabilità dei confini, mentre l’economia continuerebbe a beneficiare del continuo flusso di forza lavoro a basso costo in arrivo da oltre frontiera.

La barriera è fatta di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, e si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego.

Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente, effettuato con veicoli ed elicotteri armati.

Altri tratti di barriera si trovano in Arizona, Nuovo Messico e Texas.

Il confine tra Stati Uniti d’America e Messico, lungo 3.140 km, attraversa territori di diversa conformazione, aree urbane e desertiche.

La barriera è situata nelle sezioni urbane del confine, le aree che in passato hanno visto il maggior numero di attraversamenti clandestini. Queste aree urbane comprendono San Diego in California ed El Paso in Texas.

Il risultato immediato della costruzione della barriera è stato un numero sempre crescente di persone che hanno cercato di varcare illegalmente il confine, attraverso il deserto di Sonora, o valicando il monte Baboquivari, in Arizona.

Questi clandestini hanno dovuto percorrere circa 80 km di territorio inospitale prima di raggiungere la prima strada, nella riserva indiana Tohono O’odham. Tra il 1º ottobre 2003 ed il 30 aprile 2004, 660.390 persone sono state arrestate dalla polizia di confine statunitense mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine.

In quello stesso periodo dalle 43 alle 61 persone sono morte mentre cercavano di attraversare il deserto della Sonora, tre volte tante quelle che nello stesso lasso di tempo hanno incontrato il medesimo destino nell’anno precedente.

Nell’ottobre 2004 la polizia di confine ha dichiarato che 325 persone sarebbero morte negli ultimi 12 mesi, nel tentativo di passare la frontiera. Dal 1998 al 2004, secondo i dati ufficiali, lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, sono morte in totale 1.954 persone”.

*il riferimento a Wikipedia, da cui le informazioni sono state tratte, è stato aggiunto il 17 novembre 2016, a seguito di giusta segnalazione. Assumo io – e per intero – la responsabilità della mancata citazione della fonte.