C’è chi fa da cavia per sperimentare nuove cure e chi, come azienda innovativa, batte nuove strade per produrre farina in modo più sostenibile.

Accade a Cuneo dove l’impresa Agrindustria, specializzata nella lavorazione di cereali, legumi e fibre per l’industria alimentare, ha aderito al progetto Bee – building energy ecosystems promosso dal centro di ricerca Csp di Torino.

Si tratta di un programma per ottimizzare l’utilizzo di energia rinnovabile nel processo produttivo grazie a sensori intelligenti che possono “sentire” quanto consumano i macchinari suggerendo quando e per quali tipi di lavorazione attivarli.

«Questo sistema permette di risparmiare sulla bolletta perché regola i consumi in base all’energia rinnovabile prodotta da eolico, solare e geotermico a disposizione, in modo da utilizzare quella acquistata dalla rete tradizionale solo in caso di necessità, con risparmi considerevoli, sia in ambito industriale, che domestico», spiega Andrea Molino ricercatore del Csp e coordinatore dei progetti sulla sensoristica in agricoltura.

L’interfaccia che tramuta l’energia in euro Ai macchinari con cui Agrindustria produce le sue farine sono stati applicati dei sensori per misurarne i consumi, indicando quanta energia fosse necessaria, ad esempio, per la macinazione o per un altro tipo di lavorazione più fine.

Il sistema, sviluppato da Csp, Politecnico di Torino, Energrid e Teseo Clemessy, ha monitorato per un anno il comportamento dell’azienda. I dati raccolti serviranno a realizzare il software che attraverso una interfaccia utente tradurrà i kWh in Euro per le diverse fasce di fatturazione e suggerirà a chi gestisce i macchinari quando accenderli: se ad esempio Agrindustria dovesse utilizzare un processo ad alto consumo, il sistema potrebbe suggerire di effettuarlo in un giorno di sole o particolarmente ventilato, per risparmiare.

«L’azienda è già dotata di sistemi a fonte rinnovabile, come i pannelli solari, ma questo tipo di monitoraggio è stato comunque molto utile» spiega Silvia Barbero che ha coordinato il progetto di ricerca e sviluppo per conto di Agrindustria. «Nel nostro caso non è possibile spegnere del tutto alcuni macchinari, che lavorano ad alto regime, ma il solo fatto di poter misurare il consumo di ogni singolo processo è stata una rivelazione».

Agrindustria, ad esempio, ha scoperto che i consumi energetici aumentano moltissimo quando il macchinario si sta per guastare o ha bisogno di manutenzione. «Allo stesso modo ora sappiamo quando possiamo attivare un macchinario che usiamo raramente ma che è particolarmente energivoro», conclude Silvia che spiega come l’azienda abbia chiesto un ulteriore finanziamento da 1 milione di euro per estendere il monitoraggio dei consumi utilizzando fonti rinnovabili e riducendo il più possibile il costo della bolletta.