Saranno tanti (il documento lo hanno firmato in 216) i sindaci che l’11 novembre si incontreranno – autoconvocati – davanti alle sedi istituzionali regionali a Cagliari.

Lottano per evitare che loro comunità spariscano.
È questo il destino a cui si sentono condannati da quando – poche settimane fa -, con una nota di poche righe, il vicepresidente della Regione Paci ha negato loro la concessione di “spazi finanziari”.

Di cosa si tratta?

Con le nuove regole della finanza pubblica (il bilancio armonizzato) è di fatto impossibile procedere con le gare d’appalto per le opere pubbliche e l’applicazione dell’avanzo di amministrazione.

L’unica possibilità è che la Regione ceda propri spazi finanziari ai Comuni.

Cosa che – appunto – Paci ha negato.

Eppure queste amministrazioni non chiedono finanziamenti per sagre, ma solo di poter spendere risorse, per altro già nelle casse comunali, per il ripristino di danni alluvionali, per la regimentazione delle acque meteoriche, per l’edilizia scolastica, per la gestione dei richiedenti asilo politico (migranti), per la viabilità (buche stradali), per spese inerenti i servizi sociali (nefropatici, talassemici).

Il 21 luglio 2014 – sottoscrivendo al Ministero l’accordo sul superamento del patto di stabilità – il presidente Pigliaru e il sub presidente Paci avevano parlato di risultato storico: eppure non è stato completato il percorso, con un accordo aggiuntivo con lo Stato, che avrebbe consentito ai Comuni di avere la Regione quale unico interlocutore per la finanza.

Così facendo, verrebbero eliminate per le amministrazioni molte incombenze derivanti dalle norme del bilancio armonizzato.

La Giunta, di fronte a quest’autoconvocazione, che fa?

Alimenterebbe il solito pressing dei vari consiglieri regionali e parlamentari, che provano a spaccare il gruppo dei sindaci: “Dal prossimo anno i vincoli saranno allentati” o “Non dovete mettervi in contrapposizione con Pigliaru e Paci, altrimenti…”.

Anche questa, oggi, è la Sardegna.

Lunga vita a questa generazione di sindaci coraggiosi.