Lottano per evitare che loro comunità spariscano.
È questo il destino a cui si sentono condannati da quando – poche settimane fa -, con una nota di poche righe, il vicepresidente della Regione Paci ha negato loro la concessione di “spazi finanziari”.
Di cosa si tratta?
Con le nuove regole della finanza pubblica (il bilancio armonizzato) è di fatto impossibile procedere con le gare d’appalto per le opere pubbliche e l’applicazione dell’avanzo di amministrazione.
L’unica possibilità è che la Regione ceda propri spazi finanziari ai Comuni.
Cosa che – appunto – Paci ha negato.
Eppure queste amministrazioni non chiedono finanziamenti per sagre, ma solo di poter spendere risorse, per altro già nelle casse comunali, per il ripristino di danni alluvionali, per la regimentazione delle acque meteoriche, per l’edilizia scolastica, per la gestione dei richiedenti asilo politico (migranti), per la viabilità (buche stradali), per spese inerenti i servizi sociali (nefropatici, talassemici).
Il 21 luglio 2014 – sottoscrivendo al Ministero l’accordo sul superamento del patto di stabilità – il presidente Pigliaru e il sub presidente Paci avevano parlato di risultato storico: eppure non è stato completato il percorso, con un accordo aggiuntivo con lo Stato, che avrebbe consentito ai Comuni di avere la Regione quale unico interlocutore per la finanza.
Così facendo, verrebbero eliminate per le amministrazioni molte incombenze derivanti dalle norme del bilancio armonizzato.
La Giunta, di fronte a quest’autoconvocazione, che fa?
Alimenterebbe il solito pressing dei vari consiglieri regionali e parlamentari, che provano a spaccare il gruppo dei sindaci: “Dal prossimo anno i vincoli saranno allentati” o “Non dovete mettervi in contrapposizione con Pigliaru e Paci, altrimenti…”.
Anche questa, oggi, è la Sardegna.
Lunga vita a questa generazione di sindaci coraggiosi.
Condivido l’analisi, perché è vero che le regole di Bilancio imposte dall’Europa stanno strangolando gli enti locali, rendendo impossibile la spesa corrente. Paghiamo anni di cattiva se non pessima amministrazione, e per questo siamo finiti in mano ai ragionieri: la politica ormai è impotente ed è stata declassata a mera esecutrice delle regole di bilancio. Non sono d’accordo sul coraggio dei sindaci. Gli amministratori locali sono – spesso, troppo spesso – impreparati (quando non ignoranti), e si sentono soffocati dal pareggio di bilancio che impedisce il saldo di favori e favorini promessi. Purtroppo il perseguire l’interesse generale delle comunità è un miraggio, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Certo, non tutti i sardi sono così. Quelli buoni si tengono ben lontani dalla cosa pubblica.
Sono il sondaco pro tempore del comune di meana sardo e ho amministrato come sindaco anche nella prima repubblica a partire dalla legge 142/1990 e assicuro che anche allora esistevano tantossimi bravi e onestisdimi amministratori e quindi sindaci e ti giuro che quella marea di onesti cittadini che entravano ad amministrare per pasdione, confronto di programmi, orgoglio di rappresentare i propriconcittadini. Io sono tra quei tanti e sono alla terza legislatura, ho fatto il consigliere provinciale a nuoro e giuro a quel non qualificatosi marco che la passoone e’ anche proporsi e amministrare non per fare favorini(caro bello) ma per fare meglio dei competitori politii che si scontrano nella tribuna elettorale, dedicando tempo e lasciando i propri interessi per soddisfare le esogenze dei cittadini nei limiti delle possibilita’ concesse dalle leggi e risorse. Ma tu che ppntifichi, sai che i sindaci si battono per diminuire le tue tasse, assicurare scuole dignitose, servizi sociali dignitosi, e non cene von amici, truffe, o altro, che solo perspne come questo personaggip puo’ pensare, proprio perche’ secondo me non sa nulla di amministrazione comunale. Quindi risparmiati denigrazipni dei sindaci onestissimi che ti regalano il loro tempo e non lo dedicano a figli, mogli, fidanzare, sport, svago, etc. Per colmare il vuoto che lasciano persone intelligenti come marco. Ibtelligenti e facenti i ca…. Propri senza dedicare un minuto al volontariato che noi facciamo. Io potevoessere in una posizione di carriera ben piu’ remunerata e invece no, perche i sindaci hanno pudore. Sai quale e’ la percentuale dei sindaci italiani(8000 circa) indagati, condannati, sospesi, deppsti etc, rispetto alla percentuale di cittadini in pari numero? Sono una inezia rispetto alla media dei reati comessi dai cittadini non amministratori e se prendessimo tutti gli amministratori dei comuni, la percentuale erimane infinitamente insignificante e enomemente battuti dal cosi detto mondocivile. Quindi chi governa i comuni in media sono pii onesti di quelli che nonamministrano. Torno al bilanci armonizzato (pareggio di competenza e di cassa). L’avanzo di amministrazione dei cittadini e quindi deve poter essere utilizzato per azioni a loro rivolte e nessuno puo’ bloccare il risparmio delle famiglie e noi comuni siamo una famiglia. L’articolo mi e’ piacciuto.
Caro dottor Nocco, mi dispiace cogliere tanto livore nel suo commento. Tanto per precisare, sono anche io un ex amministratore comunale, faccio volontariato in una ONLUS e sono nel direttivo di una associazione politica. Ho a che fare quotidianamente con gli enti pubblici e gli amministratori locali, e forse Lei nella fretta ha trovato le mie parole come pontificazioni, quando invece erano semplici, amare considerazioni personali, dettate dall’esperienza quotidiana. Come cittadino non posso che essere amareggiato nel vedere il livello di approssimazione con cui spesso (vada a rileggere: ho scritto spesso, troppo spesso e NON tutti, proprio tutti) si muovono i nostri amministratori, che Non discuto sul fatto che ce ne siano in gamba in giro: ho la fortuna di conoscerne diversi. Nessuno li ha obbligati a rinunciare alla carriera, a togliere tempo e attenzioni alla propria vita familiare. Ognuno trova in sè le motivazioni che portano a compiere scelte tanto impegnative. Immagino che Lei ne abbia avute moltissime, essendo così esperto dopo tante legislature vissute con impegno e dedizione (senza dubbio alcuno) per la sua comunità. Proprio per questo Le chiedo (ed era questo il senso del mio intervento a commento dell’articolo): lei ci tiene così tanto ad essere accomunato e difendere a spada tratta la categoria nella sua totalità, quando proprio nella sua zona (Belvì, Tonara, Ortueri, Aritzo) l’inchiesta denominata Sindacopoli ha decapitato le Amministrazioni Comunali?